Il caso del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) e del Victoria & Albert Museum di Londra. Un’ introduzione
Un’ introduzione


Di recente il settore museale si è sempre più evoluto da ambito legato alla conservazione ed esposizione dei manufatti storico-artistici a settore utente-centrico. Questo cambiamento è stato rafforzato anche da un maggiore utilizzo delle nuove tecnologie digitali nella valorizzazione e nell’eduntainment (educazione) al patrimonio e dallo sviluppo dell’audience.
Il seguente lavoro vuole stabilire se le nuove tecnologie, in questo caso il mondo del gaming e della gamification, possano rendere più efficace l’esperienza museale di fruizione, favorendo un migliore apprendimento, un maggiore e positivo coinvolgimento emotivo ed esperienziale dei visitatori e una sempre più crescente frequentazione dei musei.
L’elaborato presenta una risposta affermativa e si articola in quattro paragrafi: (1) definisce e inquadra la gamification come strumento efficacissimo capace di trasmettere messaggi differenti e di indurre l’utenza a una partecipazione attiva, delineando i cosiddetti contesti in cui essa può essere applicata; (2) il secondo paragrafo cerca di stabilire un legame fra due soggetti apparentemente diversi fra loro: musei e videogiochi. Per poi definire come il museo venga re-intepretato all’interno di alcuni videogiochi “storici”. (3\4) Il terzo e il quarto paragrafo hanno invece come oggetto due casi che possono essere considerati i pilastri del rapporto gamification-musei: un caso italiano “Father and Son”, ideato da Fabio Viola (videogioco pensato adeguatamente per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli) e un caso straniero “Secret Seekers”, rilasciato in occasione dell’inaugurazione della mostra “Road Quarter” nel giugno 2017 (videogioco progettato per il Victoria & Albert Museum di Londra), che verranno delineati in seguito.
In conclusione, l’elaborato offre delle ragioni per ritenere che le tecnologie, in questo caso il mondo del gaming, costituiscano un supporto essenziale ma non sempre necessario per i musei, sempre che esse siano adottate con una precisa pianificazione strategica e progettate per rendere efficace una maggiore conoscenza delle collezioni conservate ed esposte all’interno di un museo e dei contenuti di cui esso è portatore. Il grande utilizzo e l’evoluzione del digitale che sta intaccando completamente i musei necessitano d’altronde di una grande stagione di ricerca capace di isolare esperienze che non portano a nessun prodotto concreto e sistemizzare e fornire linee guida per quelle che risultano più efficaci.
In foto: 1) particolare di “Father and Son” del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN)
2) Victoria and Albert Museum di Londra, “Secret Seekers”
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